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SOCIETÀ  STEREOSCOPICA  ITALIANA


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Giuseppe Spadaro



Si è laureato presso la facoltà di Architettura di Reggio Calabria ed è abilitato alla professione di Architetto .

Alla venticinquennale esperienza maturata nell’ambito architettonico ha alternato negli anni la collaborazione con professionisti del settore con la redazione di P.R.G., progetti, concorsi di idee e design.

Nell’ambito cartografico ha prestato la sua opera con moltissimi contributi grafici per progetti finanziati dall’UNESCO e dall’Università degli Studi di Messina e per numerosi libri sulle Isole Eolie, Europa e Asia.

Ha collaborato esaustivamente nella stesura della cartografia del Parco dei Nebrodi e della Riserva di Fiumedinisi, finanziati dalla Regione Siciliana.

Ha scritto diversi articoli che riguardano il mondo dell’immagine tridimensionale su alcune riviste di fotografia.

Da circa 15 anni si dedica alla progettazione assistita al computer e alla grafica 2D e 3D che il mezzo informatico ha trasposto dalla messa in tavola tradizionale.

Gli hobby principali sono la fotografia naturalistica e stereoscopica (anche macro), giardinaggio, letture di testi di Palentologia, Botanica, Zoologia e storia delle antiche civiltà.

La passione per l’immagine tridimensionale ha radici vecchie.

Quand'era poco più che ragazzo, in occasione dell’acquisto di un disco dei Grand Funk, rimase colpito da un anaglifo che ritraeva i quattro componenti il gruppo che sembravano fuoriuscire dalla scena!

Affascinato da quell’immagine, iniziò a fare degli esperimenti per ottenere cose simili.

A quell’epoca non conosceva la tecnica per ottenere l’anaglifo e faceva tentativi con il filtraggio dei fotogrammi con gelatina rossa e blu anteposta davanti l'obiettivo di una compatta Kodak.

Poi sovrapponeva, ad occhio, i due negativi ottenuti e li faceva stampare così.

I risultati, com'è prevedibile, erano pessimi, anche perché non era a conoscenza che le immagini dovevano essere traslate.

Con il passare degli anni e con l'acquisto di una Pentax ME Super, ha "affinato" la sua tecnica, questa volta con la duplicazione di dia filtrate nei due colori e stampate sovrapposte.

Anche questa tecnica arcaica non dava risultati accettabili.

Il suo interesse, quasi maniacale, verso questo modo di fruizione delle immagini così difficile da ottenere, lo spinse ad iscriversi ad alcune associazioni estere che promulgano l'immagine 3D.

Con l'aiuto degli articoli pubblicati sui bollettini della NSA, dell’ISU e della Stereoscopic Society e l'acquisto di alcuni testi esteri che trattano di tecniche per ottenere la fotografia in rilievo, ha iniziato a farsi un'idea dei risultati che voleva e che poteva raggiungere.

Nel frattempo acquistò prima una fotocamera Nimslo, più adatta per produrre foto lenticolari, e poi una FED Stereo.

Con esse ha potuto sperimentare la qualità delle immagini ottenute, montate su telaietti e visionate con gli appositi stereovisori.

Con le informazioni raccolte e con l'acquisto di due Ricoh XR-X3pf, imparò ad accoppiare due fotocamere e, con le regole codificate della distanza fotocamera/soggetto, ottenere due fotogrammi perfettamente in "regola" con i requisiti richiesti dalla metodologia 3D.

Però ancora non era riuscito ad ottenere gli anaglifi, suo chiodo fisso.

Nel 1996, con l’acquisto del suo primo computer (un Pentium a 133 Mhz!) ed un programma francese (3D Images, il primo in assoluto) per realizzare gli anaglifi, il suo sogno si avverò.

Avendo intrapreso scambi di idee con Umberto Cantoni della Fotomek, fu contento di convertire moltissime sue dia in anaglifo.

Da quel tempo ne è passata acqua sotto i ponti.

Ha imparato a padroneggiare alcuni programmi di grafica bidimensionale adatti al campo dell'Architettura, Photoshop che utilizza esaustivamente nel suo lavoro di grafico, e programmi deputati alla realizzazione di grafica tridimensionale che usa per produrre immagini stereoscopiche, anaglifiche e lenticolari.

La passione per la stereoscopia lo ha portato a comprare disparati accessori quali beam-splitters, visori di varie forme e materiali, visori ViewMagic, fotocamere ImageTech, occhiali LCD, obiettivi Q-Dos.

Ha fatto assemblare diverse fotocamere elettroniche per l’uso su staffe di sua concezione e molto altro ancora.

Attualmente il suo maggior interesse è rivolto alla realizzazione di immagini lenticolari.

Con l’ausilio di potenti programmi di interlacciamento, materiali lenticolari plastici a qualsiasi risoluzione, fotocamere digitali e slitte fotografiche, grazie alla felice intuizione che nel 1980 Allen Lo e Jerry Nims ha portato al successo della fotografia lenticolare, oggi ha trovato nuova linfa per proporre in un modo più immediato ( e spettacolare) la fruizione dell’immagine 3D.

La tecnica lenticolare si presta per la conversione di sequenze di immagini fotografiche “pure” o elaborazioni virtuali realizzate con programmi di grafica 2D e 3D.

Sta sperimentando con molta soddisfazione la conversione di immagini fotografiche dei quadri di famosi pittori.

Il lavoro è piuttosto lungo e periglioso perché si devono isolare gli oggetti e i soggetti contenuti in ogni piano prospettico virtuale individuato nell’ immagine affinchè sia fatto uno shifting layer per layer.

Questa procedura dà origine a “buchi” che devono essere accuratamente mascherati con il ritocco.

Ultimamente sta scrivendo per Win Magazine alcuni articoli e tutorials sulla tecnologia lenticolare ed è in contatto con programmatori italiani per collaborare alla realizzazione di software ad indirizzo stereoscopico e lenticolare.

Attualmente vive con Sandra, Ylenia e Laura a Messina, su una sponda dello Stretto.

 
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